SCUOLA DUEMILA N. 52

La funzione della lettura nel processo formativo

La presente edizione è una ristampa di Scuola Duemila n. 38, andato esaurito in poco tempo malgrado allora fossimo pessimisti sul buon esito della lettura. Ecco infatti che cosa scrivevamo nell’introduzione alla precedente edizione, riproponibile ancora oggi per la sua grande attualità.

"In tempi poco fortunati come questi per i libri dedicare questo volume alla funzione che la lettura deve avere nel processo formativo potrà apparire fuori luogo.

Eppure siamo convinti che nell’epoca dell’immagine, diffusa ormai ovunque, il tempo che deve essere dedicato alla lettura non deve affatto essere dimezzato. Anzi deve essere potenziato, guidato e rafforzato affinché, specie in età giovanile, il gusto e l’amore per la lettura restino poi indelebili per tutta la vita.

Certo, l’immagine ha un suo indiscutibile fascino ed è per questo motivo che riesce a distogliere l’attenzione dei giovani, soprattutto, per condurla là dove le situazioni si fanno di volta in volta sempre più affascinanti, intricanti, accattivanti ma spesso anche morbose e raccapriccianti si da sconvolgere, ammaliare, condizionare comportamenti e personalità.

La lettura, al contrario, come viene in questo volume più diffusamente affrontato, ha un senso magico e profondo e soprattutto trascina la fantasia al di là della realtà, tra il sogno e l’immaginario, spronando intelligenza e senso creativo a produrre idee e a dar senso ai concetti e ai ragionamenti.

Nella lettura il lettore percorre il pensiero di chi scrive, lo medita, lo approfondisce, lo critica, lo elabora, lo condivide o lo contesta e quindi si crea un rapporto di assenso-dissenso, al limite di odio-amore, che può creare certamente un conflitto di pensieri e di comportamenti — che, però, hanno sempre qualcosa di positivo: il comune interesse al colloquio, al confronto, alla comunicazione reciproca che può avere profonde intese o clamorose rotture.

Non così avviene con l’immagine la quale, anche se eloquente, comunicativa, significativa al massimo rimane tuttavia sempre, si direbbe, statica e immobile rispetto alla parola scritta che sappia esprimersi magnificamente al cuore ma soprattutto al cervello.

Conciliare lettura e immagine è stato tuttavia uno dei più riusciti tentativi di istruzione e di educazione di questo secolo.

Cinema, televisione, rotocalchi, ma anche libri e quotidiani hanno tentato in modo spesso esemplare di educare il cittadino a ben leggere e a ben guardare. Bisogna però dire che non sempre questi tentativi vengono ben perseguiti. Accade molte volte che l’interesse del guardare prevale sull’interesse del leggere. È un fatto inconfutabile che guardare è molto più semplice del leggere. La lettura infatti comporta impegno, fatica, perseveranza e, perché no, anche intelligenza.

Ed ecco quindi la funzione educatrice della scuola. Tra i suoi compiti essenziali, infatti, primario deve essere e rimanere quello della lettura. Se un ragazzo non legge non potrà mai riflettere sulle grandi questioni che dovrà in seguito affrontare come lavoratore, come cittadino, come uomo. Potrà avere un ottimo insegnante che gli spiegherà in maniera esemplare le difficoltà di volta in volta affrontate, potrà avere un’ottima lezione da un episodio, un racconto, da una vicenda di cui è stato spettatore davanti al cinema o al televisore ma certamente gli mancherà il "colloquio" — come si diceva prima — con l’autore di un buon libro sia egli un narratore o un filosofo, o un saggista o uno storico. Gli mancherà di sicuro quel processo di formazione maturato nel tormento ma anche nel piacere e nell’estasi di scoprire chi siamo, da dove veniamo e verso dove andiamo.

Gli mancheranno insomma l’origine e il cammino della storia dell’umanità: il passato, il presente e l’intuito del futuro, che certamente non sono cose di poco conto.

Questo volume insomma vuole rubare del tempo all’immagine per restituirlo alla lettura pur riconoscendo che l’ideale sarebbe quello di poter conciliare, nel processo educativo specialmente, i reciproci interessi formativi".

Alla precedente edizione c’è quindi poco da aggiungere se non l’augurio che anche questa possa continuare a raccogliere il medesimo successo.

G.C.

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